Sono almeno 8 le canzoni, nella storia del Festival di Sanremo, che citano i taxi. Da “Così Sbagliato” de Le Vibrazioni (2018) alla più antica “La ballata del pedone” del 1963. Scopriamole tutte.
Il taxi, per noi di Consortaxi Napoli 081.22.22, è uno strumento di lavoro che amiamo, ma è anche uno dei mezzi iconici della musica contemporanea. Sono almeno 8 le canzoni in concorso che, nel corso delle varie edizioni del Festival della Canzone Italiana, citano i taxi.
Tra le più recenti “Così sbagliato” de Le Vibrazioni (2018), arrivata all’11esimo posto, e due brani del 2019: “Rose Viola” cantata da Ghemon e “Nonno Hollywood” di Enrico Nigiotti. La più antica è “La ballata del pedone” del 1963. Scopriamole tutte.
La canzone di Sanremo più antica sui taxi, 1963
La più antica è probabilmente “La ballata del pedone”, scritta di Vittorio Pierantoni. Era il lato B di Goganga, grande successo di Giorgio Gaber. A portarla al Festival furono nel 1963 il Quartetto Radar e Ennio Sangiusto: “taxi, moto-furgoni, non si vedeva più neanche il selciato”, recita il testo ironico che ha per protagonista un pedone che vuole attraversare la strada.
La canzone sui taxi più famosa cantata a Sanremo, 1970
Ma la più famosa è probabilmente “Taxi”, cantata a Sanremo da Antoine e Anna Identici che nel 1970 arriva al secondo posto:
“Diciotto lunedì
dovevo andare lì
ricordi cuore mio
come pioveva
e proprio in quel momento
l’ho vista che saliva su un taxi
C’è posto anche per me?
Lei mi risponde sì
se tu per caso vai per la mia strada
Perché perché perché
la strada si accorciò
Perché perché perché
siam già arrivati ma perché.
Taxi taxi
il mio amore è finito lì”.
Sempre all’edizione del 1970 il taxi è citato in un’altra canzone, “Occhi a mandorla”, cantata da Rossano e Dori Ghezzi:
“Aveva gli occhi a mandorla
degli occhi color blu
e lui mi ha fatto piangere
perché io non so più
pioveva
gli dissi chiamiamo un taxi
e quella sera per noi due
finì così
un anno di un amor dentro una lacrima”.
Valentino e Fiorella Mannoia, Sanremo 1984
“Notte di luna
dai corri prendiamo quel taxi
ci porta lontano
t’accorgi, stasera nell’aria
c’è un altro sapore
dai stringiti forte, forte anche tu”.
Cantava così Valentino nel 1984 la canzone di Sergio Basile “Notte di luna”, in gara per le nuove proposte al Festival di Sanremo. Valentino si piazzò al quinto posto. Sempre nell’edizione dell’84, il taxi è presente anche in un’altra canzone, “Come si cambia” di Fiorella Mannoia:
“E dentro un taxi nella notte
avere freddo e non sapere dove
sopra un letto di bottiglie rotte strapazzarsi
il cuore”.
“È stato il pezzo che mi ha fatto capire che cantare era ormai diventato il mio mestiere”, dirà poi la cantante in un’intervista.
I taxi a Sanremo negli ultimi anni
Anche nelle edizioni più recenti troviamo canzoni dedicate al nostro mezzo di trasporto preferito, dove nascono o finiscono amori, e si trascorrono momenti di pausa, sogni, nostalgia e anche di riflessione. Nel 2018, lo citano Le Vibrazioni, nella loro canzone “Così sbagliato”, arrivata all’11esimo posto:
“L’alba che scopre il mio viso
Sono sveglio e mi vesto nel posto
Sbagliato/Così sbagliato
Scusa mi sono distratto
Ti ho lasciato da sola al momento
Sbagliato
Forse ho sbagliato
I taxi delle sei
Panchine vuote
E la mia barba dentro le vetrine
Ma tu che colpa hai
Se sono io
Sbagliato sbagliato sbagliato
Portami a casa
Salvami ancora”.
Il brano segna ufficialmente la reunion del gruppo, che si era sciolto nel 2012.
Nel 2018 invece ritroviamo i taxi in ben due canzoni: la prima è “Rose Viola” cantata da Ghemon:
“Nello specchio questa linea curva lungo i fianchi
Mi fai sentire nuda ancora prima di spogliarmi
Tu sei il pensiero nero che mi culla
E anche stanotte scapperai su un taxi”
La seconda invece è “Nonno Hollywood” di Enrico Nigiotti, che fa:
“Sembra un po’ il secondo tempo
Di una finale da scordare
Come un taxi alla stazione che non riesci a prenotare
Siamo ostaggi di una rete che non prende pesci
Ma prende noi”.